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Guida pratica: l’accesso alla procedura di asilo

AL TUO ARRIVO IN ITALIA
Appena arrivi in Italia, la normativa prevede che sia avviata la procedura di identificazione, cioè ti viene fatta una foto, vengono registrati i tuoi dati personali (nome e cognome, luogo e data di nascita) e ti vengono prese le impronte digitali. L’identificazione avviene quando un migrante fa la richiesta di asilo, quando viene fermato/a dalle forze dell’ordine per essere entrato/a in Italia senza un documento regolare o quando viene soccorso/a in mare. L’identificazione può avvenire appena arrivi – via mare o via terra – oppure durante la tua permanenza in un centro di prima accoglienza.
Il nuovo Decreto Legislativo afferma che il rifiuto di farsi prendere le impronte digitali e di farsi
identificare autorizza ad inviare chi si rifiuta in un CPR (cioè in un centro per i rimpatri dove puoi essere tenuto in detenzione amministrativa).

Arrivati in Italia i migranti vengono inviati in uno dei seguenti centri:

HOTSPOT/CPSA
A partire dal 2016 alcuni CPSA vengono utilizzati come “hotspot”. La legge non definisce in maniera chiara quali sono le procedure attuate in questi centri e, inoltre, anche se il periodo di permanenza dovrebbe essere il più breve possibile, di fatto potresti essere trattenuto anche per molti giorni o settimane.
La legge adesso prevede che coloro che vengono salvati in mare vengono portati negli hotspot per essere identificati. Possono essere portati negli hotspot anche coloro che vengono fermati mentre cercano di attraversare irregolarmente una frontiera interna.
Al momento sono attivi 4 hotspot – Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto. In base a quanto indicato nelle Procedure Operative Standard (SOP) del Governo italiano i principali passaggi previsti sarebbero i seguenti: operazioni di salvataggio ed operazioni di sbarco; screening sanitario, trasporto nelle sedi Hotspot, verifiche di sicurezza sulla base delle situazioni locali, consegna delle informative cartacee, pre-identificazione (foto identificativa anche attraverso l’uso di braccialetti identificativi), somministrazione delle informative sulla normativa vigente in materia di immigrazione e asilo, identificazione, foto-segnalamento e controlli delle banche dati (come EURODAC), accoglienza nelle strutture ricettive dell’Hotspot e visite mediche, de-briefing da parte di Frontex (attività effettuata in diverse fasi) e uscita dall’Hotspot, trasferimento in una struttura di accoglienza secondaria (hub regionali, strutture temporanee ecc.).

IMPORTANTE! Negli hotspot non puoi formalizzare la domanda di asilo ma puoi solo manifestare la volontà di chiedere asilo politico comunicandolo all’interno della struttura alle organizzazioni e all’UNHCR. Secondo la legge, se rifiuti di dare le impronte la polizia potrebbe
considerare che sei a rischio di fuga ed inviarti in un CPR.

CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA

Questi centri possono essere gestiti da enti locali, consorzi di enti locali e altri enti pubblici o privati. Sono individuati e attivati dalle Prefetture locali. Queste strutture sarebbero utilizzabili solo in casi specifici e limitati (cioè quando non vi sono sufficienti posti nei centri di prima accoglienza governativi) ma di fatto sono sempre più diffusi su tutto il territorio italiano.

– Centri di primo soccorso e accoglienza (CPSA):
Dove i migranti vengono accolti subito dopo il loro arrivo in Italia. Di solito in questi centri avviene il fotosegnalamento e in alcuni casi si avvia la procedura di richiesta di asilo politico. Secondo la legge il tempo di permanenza massimo dentro queste strutture deve essere di 3 giorni (72 ore).

– Centri di accoglienza temporanea: Hanno carattere temporaneo ma molti
sono diventati centri di seconda accoglienza. All’interno di questa categoria di centri saranno da ora inclusi anche i centri di accoglienza (CDA) e centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA). Secondo la legge la permanenza massima nei CDA deve essere di pochi giorni e nei CARA di 35 giorni.
Oltre ai CAS anche i centri SIPROIMI (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) è) sono dei centri di “seconda accoglienza” destinati ai richiedenti ed ai titolari di protezione internazionale e minori non accompagnati. Il D.L. 4 ottobre 2018, n. 113, convertito in Legge 1 dicembre 2018, n. 132, ha rinominato il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) in  SIPROIMI.  L’accesso al Sistema oggi è riservato ai titolari di protezione internazionale e a tutti i minori stranieri non accompagnati. Inoltre, la nuova disposizione normativa prevede che possano accedere ai servizi di accoglienza integrata del SIPROIMI anche i titolari di permesso di soggiorno per: vittime di violenza o tratta, vittime di violenza domestica, motivi di salute, vittime di sfruttamento lavorativo, calamità, atti di particolare valore civile.

IMPORTANTE: Ogni volta che esci dal centro di accoglienza porta sempre con te l’originale del permesso di soggiorno o, se non ce l’hai ancora, un documento ufficiale (sempre in originale) che dimostra che sei in attesa di avere il permesso di soggiorno. Se la polizia fa un controllo e ti trova senza l’originale del tuo documento di soggiorno rischi un anno di carcere e 2.000 euro di multa. Porta con te sempre anche la dichiarazione di ospitalità che ti danno gli operatori del tuo centro di accoglienza che serve a provare dove
vivi al momento.

IMPORTANTE: In qualsiasi centro in cui ti trovi se ti allontani senza autorizzazione perdi il diritto all’accoglienza ma non alla protezione ma rischi comunque di non ricevere gli avvisi legati alla convocazione presso la commissione che valuterà la tua richiesta di asilo o altre convocazioni importanti.
Inoltre nei casi di allontanamento vi possono essere prassi illegittime quali l’interruzione della procedura di richiesta di asilo politico o il trasferimento presso l’hotspot di Taranto. In ogni centro ci sono regole e orari che devi rispettare altrimenti perdi il diritto all’accoglienza. E’ un tuo diritto in qualsiasi caso che ti vengano comunicate le regole del centro in cui ti trovi in forma orale o scritta in una lingua a te comprensibile.

CPR
Oltre ai centri sopra elencati in Italia ci sono anche i Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) che sono i centri dove secondo la definizione del Ministero dell’Interno possono essere reclusi “gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o che rifiutano di farsi identificare, oppure i richiedenti asilo considerati pericolosi per lo Stato nonché coloro che sono privi di permesso di soggiorno e sono stati colpiti da decreto di espulsione, per essere successivamente identificati e rimpatriati. Il tempo di permanenza secondo la legge è di 90 giorni al massimo o 12 mesi se sei richiedente asilo. I CPR al momento attivi si trovano a: Restinco (Brindisi), Bari, Caltanissetta, Ponte Galeria a Roma (attualmente per sole donne), Torino e Potenza.

Il SISTEMA DELLA PROTEZIONE INTERNAZIONALE IN ITALIA

La richiesta di protezione internazionale può essere fatta da chiunque abbia subito o abbia il timore di subire violenze, persecuzioni, minacce e, in generale, violazioni dei propri diritti fondamentali nel proprio Paese di origine per motivi di appartenenza etnica, religione, nazionalità, appartenenza ad un gruppo sociale (in base, ad esempio a sesso, genere, orientamento sessuale, famiglia, cultura, educazione, professione), opinione politica, se il tuo Paese è coinvolto in un conflitto armato internazionale o in un conflitto armato interno e/o se in caso di rientro nel tuo Paese rischi di essere condannato/a, ucciso/a o torturato/a o di subire un trattamento inumano o degradante cioè sono violate la tua libertà e la tua dignità.

Come, quando e dove puoi chiedere protezione internazionale
Tutti/e possono fare richiesta di protezione internazionale in qualsiasi momento attraverso la
“manifestazione di volontà” cioè dicendo o scrivendo che vuoi chiedere asilo politico; puoi fare questo sia a voce nella tua lingua o in una lingua che conosci oppure scrivendolo su un foglio ma ricorda in ogni caso che la domanda di protezione internazionale viene formalizzata al momento della ricezione e della compilazione del modello C3 (di cui devono darti una ricevuta o copia). Dal momento in cui hai un permesso per richiesta di protezione internazionale sei obbligato/a a rimanere nel territorio italiano fino a quando non viene esaminata la tua richiesta. La richiesta di protezione internazionale è individuale (e vale anche per i figli minori presenti in Italia) e va presentata alla Polizia di Frontiera quando arrivi in Italia attraversando la frontiera via terra o via mare o alla Questura (Ufficio Immigrazione di Polizia) più vicina a te se sei già in Italia. Quando chiedi protezione internazionale devi spiegare i principali motivi per cui sei in pericolo nel tuo Paese. Ricorda che la povertà e/o la tua volontà di cercare lavoro in Italia non sono motivi validi per poter chiedere protezione internazionale.

La procedura per la richiesta di protezione internazionale
Secondo la legge italiana, se sei entrato/a in Italia senza un regolare visto di ingresso, dovrai essere identificato prima di formalizzare la richiesta di asilo. Di solito appena arrivi è presente un funzionario di polizia che ti fa una foto e ti prende le impronte digitali. Queste procedure si chiamano “fotosegnalamento” e “rilievi dattiloscopici”. Quando manifesti la tua volontà di chiedere protezione internazionale, ti viene dato un documento con la data dell’appuntamento per la formalizzazione della tua richiesta che avverrà compilando il modello C3.

ATTENZIONE: Anche se secondo la legge il C3 andrebbe fatto entro una settimana dal giorno in cui ti presenti in Questura in realtà i tempi di attesa sono molto più lunghi (anche 3-4 mesi). Ti verranno richieste alcune informazioni personali (nome, data e luogo di nascita, nazionalità, famiglia), i tuoi documenti, la tua storia, il tuo viaggio dal tuo paese all’Italia e i motivi per cui sei partito. In ogni caso riporta solo i dati essenziali che ti vengono espressamente richiesti. Al “modello C3” puoi allegare un foglio con la tua storia e tutti i documenti in tuo possesso (es. passaporto, carta d’identità, etc). La polizia terrà l’originale del C3 e ti consegneranno una copia che devi tenere sempre con te. Alla fine di questa procedura, la polizia ti rilascia una ricevuta in attesa del permesso di soggiorno come richiedente asilo che dovrebbe essere rilasciato in 30 giorni. Una volta compilato e consegnato il “modello C3” puoi avere il “permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale” della durata di 6 mesi e e con questo permesso hai diritto a lavorare dopo 2 mesi di regolare soggiorno in Italia. Anche la ricevuta che attesta la presentazione della richiesta di asilo ha lo stesso valore del permesso di soggiorno, perciò conservala (con questa ricevuta, tra le altre cose, puoi iscriverti all’anagrafe e al centro per l’impiego dopo due mesi).

IMPORTANTE:
– quando compili il “modello C3” spiega in maniera chiara e sintetica perchè hai chiesto asilo politico
– quando arrivi in Italia comunica i tuoi dati anagrafici e il tuo telefono a connazionali e/o amici residenti sul territorio italiano o europeo che potranno aiutarti se ne avrai bisogno
– il tempo d’attesa prima di incontrare la commissione è indefinito, di solito va dai 6 ai 12 mesi e dipende dalla commissione e da quanti richiedenti asilo sono in attesa di convocazione
– se qualcuno non sa leggere e/o scrivere può informare gli operatori o la Polizia
– ricorda che hai diritto ad avere un interprete che parli la tua lingua e se non c’è al momento della
compilazione del modello C3 hai diritto di chiedere un nuovo appuntamento
– quando compili il modello C3, dovrai dare alla polizia il tuo domicilio dove ti invieranno tutte le
comunicazioni relative alla tua richiesta di protezione internazionale; avverti la polizia se cambi domicilio
– conserva sempre copia di tutti i documenti che consegni alla Questura, alla Prefettura e alla Commissione e tutti i verbali che ti vengono rilasciati da queste autorità.

I tuoi diritti come richiedente protezione internazionale
– tutti i diritti già elencati nella sezione “i tuoi diritti”
– rimanere in Italia fino a quando la tua richiesta non sarà valutata dalla commissione e, in caso di
diniego fino a quando non verrà presa la decisione finale in seguito al ricorso contro il diniego
– essere accolto/a in un centro per richiedenti asilo con vitto, alloggio e tutti i servizi necessari fino all’incontro con la commissione e anche fino alla decisione finale se fai ricorso contro il diniego
– avere un mediatore socio-culturale e/o un interprete per poter parlare nella tua lingua madre e chiedere e dare informazioni sulla tua situazione
– contattare l’UNHCR, le ONG e le organizzazioni di tutela dei diritti dei richiedenti asilo e dei migranti
– avere il codice fiscale che ti permetterà di iscriverti al Servizio Sanitario Nazionale ed avere accesso alle cure sanitarie
– lavorare (dopo 2 mesi dal rilascio del primo permesso di soggiorno, se stai ancora aspettando l’audizione in Commissione)
– avere assistenza legale nel corso di tutta la procedura di richiesta di protezione internazionale
Prepara la tua storia (“memoria”)
La tua richiesta verrà esaminata da un organo chiamato “Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale” che si trova di solito nella città o nella regione in cui ti trovi (la Questura ti informerà della data dell’audizione presso questa Commissione Territoriale). E’ molto importante che ti prepari bene in vista dell’audizione, dovrai cercare di essere il più preciso e chiaro possibile. Un avvocato o un operatore sociale del centro di accoglienza in cui ti trovi ti aiuteranno a scrivere la tua storia (chiamata “memoria”) e provvederanno ad inviarla alla Commissione Territoriale.
Come preparare nella maniera migliore la tua storia:
1) all’inizio devi dire il tuo Paese e la tua cittadinanza, la tua città di nascita e quella di residenza, gli anni di scuola, il lavoro e da chi era composta la tua famiglia di origine, se hai marito/moglie e se hai figli; la tua etnia, la tua religione e se appartieni a gruppi o partiti politici;
2) poi racconti i motivi per cui sei dovuto fuggire e tutte le violenze che hai subito e i problemi che hai avuto (ad esempio prigione, torture, violenze, abusi, stupri, infibulazione o altre mutilazioni, denunce, minacce, costrizioni nella scelta del marito/o moglie, della religione, del partito ecc…) e questo vale anche se è accaduto ad un tuo familiare;
3) quindi racconti la tua la fuga: i paesi che hai attraversato, i mezzi di trasporto che hai utilizzato, quanto hai dovuto pagare, la prigionia, le torture e le minacce che hai subito nei Paesi che hai attraversato, i trafficanti e il pagamento per la traversata e se hai visto morire delle persone lungo il tuo viaggio ; successivamente devi specificare perchè non puoi tornare nel tuo Paese, i rischi concreti che corri, le leggi e/o le pratiche del tuo Paese che violano i tuoi diritti e le tue libertà e perché non puoi chiedere aiuto alla polizia o ai familiari; ricordati di specificare anche se sei ancora in contatto con qualcuno nel tuo Paese di origine.
Ricorda che in Commissione ti aiuterà un interprete ma prima di cominciare l’audizione assicurati che ci sia un’ottima comprensione tra di voi.

IMPORTANTE: A partire dal momento in cui fai la richiesta di protezione internazionale devi subito provare a recuperare qualsiasi documento, lettera, rapporto, certificato che possa documentare quanto affermi e perché la tua vita e la tua libertà sono in pericolo (puoi farti anche inviare documenti da amici o familiari rimasti nel tuo Paese di origine). Puoi farti inviare una lettera che possa valere anche come testimonianza sulle ragioni della tua fuga (e ricordati di conservare la busta della lettera per provarne l’autenticità). Altri documenti – come certificati e relazioni mediche – puoi farli in Italia. Puoi inviare questi documenti alla Commissione prima dell’audizione e in ogni caso il giorno dell’incontro con la Commissione porta tutti i documenti importanti e consegnali alle autorità competenti (ma prima di darli alla Commissione controlla attentamente che i dati contenuti nei documenti corrispondano alla storia che hai raccontato).

La Commissione Territoriale
Secondo la legge, la Commissione deve decidere entro 6 mesi (o entro 9 o 12 mesi in casi eccezionali).
La Commissione può decidere di:
1. riconoscerti lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria e darti un permesso di soggiorno
della durata di 5 anni (che puoi rinnovare alla scadenza) e un documento o titolo di viaggio
2. rifiutarti la richiesta di protezione internazionale chiedendo però alla Questura di rilasciarti un
permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di 2 anni (che puoi rinnovare alla
scadenza dopo una nuova valutazione da parte della Commissione) e un titolo di viaggio della stessa
durata del permesso di soggiorno e rinnovabile alla scadenza
3. rifiutarti la richiesta di protezione internazionale e di ogni altra forma di protezione con la
notifica del diniego della richiesta con avviso che puoi presentare ricorso entro 30 giorni e, in
mancanza, dovrai lasciare lo Stato; in questo caso rivolgiti ad un avvocato per fare ricorso
4. rifiutarti la richiesta per “manifesta infondatezza” quando ritiene che non ci siano i motivi per
chiedere protezione internazionale o che la richiesta sia stata fatta solo per ritardare o impedire un
provvedimento di espulsione; anche in questo caso rivolgiti ad un avvocato per fare ricorso
alcuni richiedenti asilo la cui domanda è stata rifiutata “per manifesta infondatezza” sono inseriti
nella “procedura accelerata” e in tale situazione hanno solo metà del tempo a disposizione (15 giorni
invece di 30) per fare ricorso avverso il diniego

IMPORTANTE: Se hai ottenuto la protezione internazionale o sussidiaria e se hai il permesso di soggiorno elettronico e il documento/titolo di viaggio, hai diritto a circolare liberamente all’interno del territorio dell’Unione Europea (esclusi Danimarca, Gran Bretagna e Irlanda) senza alcun visto per un periodo massimo di tre mesi ma solo se sei economicamente autosufficiente (cioè se hai abbastanza soldi per mangiare e trovare un posto dove dormire

ANDARE IN UN ALTRO PAESE EUROPEO
ATTENZIONE! Ricorda che secondo la legge se hai fatto in Italia la richiesta di protezione internazionale non puoi andare a stabilirti in un altro Paese europeo fino a quando non avrai una risposta definitiva dalla Commissione Territoriale presso la quale farai l’audizione.
All’interno dell’Unione Europea c’è una normativa chiamata Regolamento Dublino che stabilisce in quale Paese dell’Unione Europea si può fare la richiesta di protezione internazionale. Il regolamento Dublino prevede quale regola generale che il primo paese dell’Unione Europea in cui hai fatto ingresso e dove sei stato identificato e sia il paese dove devi chiedere protezione internazionale. Dal momento in cui vieni identificato/a e ti vengono prese le impronte digitali è l’Italia a dover
valutare la tua domanda di protezione internazionale.
Secondo il “Regolamento Dublino 3” ci sono però delle eccezioni che sono queste:
a) la “clausola di sovranita” e la “clausola umanitaria”: per situazioni individuali specifiche la richiesta può essere valutata da un Paese che non è il primo Paese europeo in cui si è arrivati;
b) se passano 12 mesi dal tuo arrivo in Italia e non hai ancora fatto richiesta di asilo non sei più obbligato a chiedere asilo in Italia perchè l’Italia non è più responsabile della tua richiesta di asilo
c) se sei arrivato in Italia, non hai fatto richiesta di asilo e si può dimostrare che sei rimasto per almeno cinque mesi consecutivi in un altro Stato dell’Unione Europea prima di presentare richiesta, quest’ultimo Stato e non l’Italia dovrà esaminare la tua richiesta
d) se un tuo familiare vicino (cioè marito, moglie, padre, madre, figlio/a) ha già ottenuto la protezione internazionale in un altro Paese dell’Unione Europea puoi fare la richiesta di asilo in quel Paese chiedendo il ricongiungimento familiare. In questo caso i tuoi familiari devono fare una richiesta scritta allo Stato italiano; se sei minorenne (cioè hai meno di 18 anni) puoi chiedere il ricongiungimento familiare nel Paese dove hai uno o più parenti tra: padre, madre, fratello, sorella, figlio/a (minorenne), zio, zia, nonno, nonna
RICORDA CHE se vieni trasferito nuovamente in Italia da un altro Paese in applicazione del regolamento Dublino può essere molto difficile presentare domanda di asilo o trovare accoglienza. Se ti consegnano dei fogli non buttarli. In molti casi ti viene consegnato un foglio con cui ti invitano a presentarti in Questura per la presentazione della domanda di asilo.